Un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno; è ciò che nessuno può toglierti. (Giudice Tom C. Clark)

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Ora serve una legge per proteggere i “whistleblower”

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Il termine può apparire un po’ complesso – whistleblower, letteralmente soffiatore nel fischietto – ma il significato lascia poche interpretazioni: dipendente che, dall’interno del proprio ente di appartenenza (pubblico o privato), segnala condotte illecite non nel proprio interesse individuale, ma nell’interesse pubblico. Su questo strumento di prevenzione della corruzione punta molto Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione: “un nuovo modo di essere dipendente pubblico” scrive il magistrato, richiamando l’obiettivo che si è prefissato il legislatore nella legge anticorruzione del 2012. Da non confondere con il delatore, colui cioè che denuncia per lucro, vendetta personale o servilismo. Bisogna invece esaltare l’‘importanza etica” – sostiene Cantone – “del contributo collaborativo dei dipendenti pubblici”.

 

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Ma c’è chi si spinge oltre: la radicale Irene Testa, insieme all’avvocato Alessandro Gerardi e agli ex parlamentari pannelliani Turco, Farina Coscioni, Zamparutti, Beltrandi e Bernardini, ha presentato al Senato una petizione per estendere l’istituto del whistleblowing non solo a tutte le pubbliche amministrazioni, ma anche agli organi costituzionali, ossia Camera, Senato, Csm, Corte Costituzionale e Quirinale, luoghi dove attualmente, come dichiara Testa, «ci si scontra con il regime dell’autodichia, ovvero con lo strumento di ‪privilegio‬ con cui queste istituzioni‬ si sottraggono alle leggi ordinarie per le questioni amministrative, il che finisce con il creare una vera e propria zona franca dove guardia di finanza e magistratura ordinaria non possono entrare. Noi radicali chiediamo in primis che qualsiasi dipendente di questi organi possa avere il diritto di denunciare ogni tipo di illecito e che, conseguentemente, le autorità competenti possano svolgere le dovute indagini senza dover essere autorizzate dagli organi stessi».

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